mercoledì 3 agosto 2011

La fede non va in vacanza


Oggi, domenica particolare, vacanziera: quasi tutti i membri del gruppo del Vangelo che frequento sono partite per le vacanze, essendo insegnanti e essendo originarie del downcountry. Così niente incontro per leggere e condividere il Vangelo della prossima domenica. Allora approfitto per una breve visita a Maria, uno dei nostri membri che non vedo da parecchio tempo, la cui famiglia è stata toccata da una “tragedia”, diremmo noi. Una delle loro bimbe, Cynthia, quinta elementare, ha un cancro maligno alla faccia. Glielo hanno scoperto a maggio, dopo un anno e mezzo di mal di testa e stanchezza non comune ad una ragazzina di undici anni. Mamma e papà sono infermieri nel nostro ospedale pubblico di Marsabit e avevano già parlato con diversi medici, riportando i problemi di Cynthia e del suo improvviso russare molto rumorosamente tutte le notti. “Non è niente, signora, non si preoccupi, poi passa!”, così le avevano liquidate, senza neanche una visita.
Alcuni mesi fa Maria si accorge di una protuberanza sul collo della sua piccola che cresce a vista d’occhio. Non perdono tempo, vanno dritti a Wamba dove la mamma ha studiato da infermiera, nell’ospedale dei missionari della Consolata e dove per tanti anni ha lavorato un medico italiano, Dott. Prandoni. Le fanno una biopsia, la inviano a Nairobi. Dopo due giorni il verdetto: cancro maligno. Nairobi, in uno dei più competenti (e costosi!) ospedali privati, confermano che Cynthia ha un tumore al terzo stadio, con due masse distinte, nel collo e sotto il setto nasale, senza metastasi. I genitori, lavorando nel settore, sanno che cosa spetta alla loro piccola e anche alla loro famiglia. Chiedono aiuto al dottore per spiegare alla figlia che cosa succederà nei prossimi mesi della sua vita e per un sostegno psicologico. Maria mi dice che da quel momento ha messo tutto nelle mani del Signore e con fiducia ha continuato a sorridere. E questo contribuisce a dar forza a loro figlia, che ora sta combattendo una lunga battaglia. Inizia la chemio terapia. Effetto devastante alla prima seduta, “ma poi – mi racconta la mamma – dalla seconda in avanti, Cynthia dorme per 10 giorni consecutivi. Non sente male e il tumore diminuisce visibilmente”.

La ragazzina non era in casa quando oggi sono andata a trovare la famiglia. “E’ andata all’incontro delle Upendo girls in parrocchia”, conferma suo fratello, un anno più piccolo di lei. La mamma sorride e mi dice che per lei è come se fosse già guarita e infatti la prima cosa che mi colpisce profondamente parlando con loro seduta nel loro soggiorno è che quella non sembra minimamente una famiglia che sta subendo una tragedia. Maria continua a ripetermi che la loro fiducia è nel Signore e che Dio è buono perché non ha fatto mai mancare la Sua forza e la voglia di vivere a loro e a Cynthia. Le confermo che l’atteggiamento positivo in una lotta così è quasi più importante delle medicine o meglio le medicine sarebbero di certo meno efficaci se sul loro volto non ci fosse serenità e nel loro cuore una fiducia che non può che arrivare dall’Alto. Hanno organizzato una raccolta di soldi tra parenti e amici per sostenere le costosissime spese mediche e domenica prossima ripartiranno per Nairobi: è la volta della radioterapia per un ciclo di cinque settimane.
Maria mi accompagna alla porta, sento la loro forza e la loro fede, e le vedo presenti sui loro volti. Grazie per la vostra grande testimonianza cristiana, Maria, John e Cynthia.