domenica 8 gennaio 2012

Tra magi e pastori


Domenica sera è il tempo giusto per scrivere, finalmente. Domenica, festa dell’Epifania, che chiude il periodo natalizio, anche se noi il nuovo anno scolastico lo abbiamo già iniziato mercoledì scorso…
E’ un tempo strano questo. Tempo di attesa e tempo già venuto. Tempo che è sembrato di festa, ma che in realtà è stato un po’ superficiale, come la pioggia che nelle strade ha già lasciato spazio alla polvere, fine e rossa! L’ambiente non rende la cosa più semplice: anche il cristianesimo, il sentirsi di Cristo, è ancora superficiale e non incide molto nella vita quotidiana. Se la Chiesa qui ha un ruolo sociale e politico enorme, quello religioso – così come lo intendo io, da buona occidentale, con una vita di fede cresciuta a suon di ritiri, silenzi, canti significativi, momenti forti di preghiera, comunità in oratorio e in seminario – è ancora limitato. Troppo. E’ vero che non ho mai incontrato un ateo, ma neppure una persona in ricerca. Questo spirito religioso vitale che anima la gente d’Africa può, a mio parere, limitare il cammino verso la stella, il cammino di ricerca, fatto di dubbi, di salite, di domande, che ci permette di vedere dove il Signore è nato, così come han fatto i Magi. Eh sì, perché in fondo io mi sento abbastanza un “Magio”, con il suo lungo cammino di ricerca alle spalle, con valutazioni ponderate e tante volte dubbi filosofici sulla vita, sulla fede e sui massimi sistemi. Con una mappa in mano, che da’ un po’ di sicurezza nella traversata del deserto, e tante volte con gli occhi per terra cercando di non intrapparmi più, piuttosto che con il naso all’insù per scrutare la guida luminosa… Forse troppo tentennante a lasciare il castello di Erode per proseguire con decisione il viaggio… Studiosa, in ricerca. Fino a quando a quella grotta ci sono arrivata davvero, non una volta sola e non da sola. Ma con una comunità di credenti, con cui abbiamo condiviso le fatiche del viaggio e le sue gioie (la mia mente si affolla di volti, amici cari!)… Una comunità che in quel deserto c’era già passata e aveva tracciato un po’ di sentiero… come fanno i cammelli nel Chalbi: a forza di passare nello stesso posto anche le pietre lasciano spazio al colore nuovo della terra calpestata… Una comunità che è Chiesa e che, seguendo la stella fino a Betlemme “Casa del Pane” (quello che può saziare una volta per tutte!), ha visto con i propri occhi la Salvezza viva e attiva in questo mondo… “From far away the wise men came, to find the thiny King. In Bethlehem they worshiped Him. You star up in the heaven, without your holy light, they would still be searching somewhere in the night. Bethlehem star, how beautiful you are, shining in the darkness, guiding strangers from afar. Your light feels the heaven, His love feels my heart. So shine for me, my Bethlehem star”.
Tutti questi Magi… prima o dopo, sulla loro strada hanno incontrato i Pastori. Gente legata alle tradizioni, semplice, che non è abituata a guardare al di là da ciò che già conosce, che tuttavia sa come prendersi cura di un gregge, sa ciò di cui hanno bisogno e non esita a dedicarcisi ventiquattr’ore al giorno… Gente il cui senso della propria vita già lo possedeva, senza domandarsi più di tanto, radicato com’e’ nelle tradizioni e nella cultura della comunità… Pieni di paura quando gli angeli annunciano loro la nascita del Salvatore. Paurosi per un momento perché forse non aspettavano nessun Salvatore, ma coraggiosi, dopo aver deciso insieme, di avventurarsi fin sulla soglia di quello che pareva un avvenimento comune: la nascita di un bimbo. I pastori c’erano abituati, lo sapevano che quando vedevano un fuoco nella notte e sentivano i canti delle donne innalzarsi fino al cielo, un nuovo membro della comunità era venuto alla luce… Ma questa volta, dopo aver parlato con Maria e averle confidato ciò che gli angeli dicevano di suo figlio, se ne andarono lodando Dio. Così come avevano probabilmente fatto da tutta una vita, abituati com’erano ad affidare quotidianamente all’Eterno Essere la loro fragile vita nei pascoli lontani da casa. Magi e Pastori arrivano a Betlemme, arrivano a saziare la loro vita con Pane vero, attraverso strade completamente diverse, ma tutti camminano, si muovono dal posto che chiamavano casa e tutti, da quell’incontro, a quanto pare, se ne vanno cambiati.

Ritornando a noi, la convivenza tra Magi e Pastori non e’ sempre semplice: spiritualità diversa, concezione della vita diversa, solo l’incontro con il Salvatore unisce. Insomma, nella terra dei pastori, i Magi “troppo irriqueti” rischiano di morire di fame “spirituale”, più che di fame materiale! Per fortuna ci sono amici che mandano libri e condividono via mail, telefono, lettere e offrono un po’ di Acqua da bere. Inoltre, quello che mi aiuta anche tanto, oltre alla condivisione di vita con Mike, è insegnare religione in quarta, quinta elementare e terza media. I bambini e i ragazzi sovente se ne escono con belle e spontanee domande che mi obbligano a rimettermi in cammino dietro la stella o seguendo la voce degli angeli e arrivare alla Capanna per trasmettere il buon gusto dell’Incontro. E per dire ancora una volta, che pur con tante difficoltà, siamo fratelli, chiamati a formare un cuore solo. Bella missione!