lunedì 1 marzo 2010

Domande a bordo... piscina

Che giorni pazzescamenti strani... pieni di voglia che volino via subito, per lasciare spazio ad altro diverso, tipo rivedere volti amici e familiari in Italia... Che giorni pazzescamenti strani... pieni di voglia che non vadano via mai piu', che rimangano nel mio cuore e che cambino la mia vita. Senza voglia di pensare di nuovo a ricominciare, un'altra volta... senza piu' la forza di capire di nuovo, di conoscere, di dire e di condividere la vita con qualcuno... senza piu' la gioia di sperare che forse ci sara' un'altra occasione. Voglia di vivere questo momento senza pensare al futuro. Sia quel che sia.

E' stato intenso e di compagnia il tempo trascorso con il bel gruppo di Roreto in visita a don Rinino pochi giorni fa. In uno dei pochi momenti di relax (cio' non sulla macchina, su e giu' per le montagne e i deserti della nostra diocesi), sono venute fuori domande interessanti... che hanno rinfrescato la calda sorgente di acqua di Loiyangalani, dove finalmente dopo ore di sole cocente a Kargi, abbiamo potuto ristorare le nostre forze. "Perche' mi sento piu' a casa qui, che non quando sono a casa?"...
E perche' io mi sento e mi sono sempre sentita piu' a casa a Marsabit, o in Kenya in generale, che non a casa? Eppure amo la mia casa, le mie radici piemontesi e anzi ho imparato ad apprezzarle ancora di piu' da quando sono qui. Ma pur essendo qui SOLA, e questo mi pesa tanto e mi e' sempre pesato un sacco e toglie il senso piu' bello a questa vita missionaria,mi sento profondamente LIBERA, qui. E probabilmente questo lo sentiro' anche quando tra poco meno di un mese atterrero' a Monforte, probabilmente perche' e' il cuore che cambia e che impara e sta imparando a sentirsi a casa ovunque.
Poi come condividevo con le amiche di Roreto, ci sono anche altre ragioni: qui noi "bianchi" siamo diversi e non appartenendo a questa terra, sentiamo pochissimo la pressione sociale (che invece per me in Italia era diventata quasi insopportabile!) e poi siamo considerati un po' speciali e quindi un po' al centro dell'attenzione (anche se questo non e' sempre piacevole, pero' in certi casi aiuta a sentirsi accolti!)... E poi, cos'altro... forse la sensazione di aver dato alla vita un indirizzo speciale, che era proprio quello che volevo e quello che desidererei condividere con un'altra persona per formare una famiglia cristiana e missionaria... E anche il non avere piu' a che fare con i normali tipi di "stress" che tanto assillano le nostre case europee, dalla tv, alla fretta, alla societa' individualista, allo smog e al traffico in strada, alla pubblicita' martellante, alle attese che gli altri hanno su di noi...
Ma penso che specialissima sia la presenza qui di "cose" (concedetemi di chiamarle cosi', perche' non ho altri termini piu' adatti in questo momento!) e relazioni che danno profondo senso alla vita: mi accorgo che, quando c'e' fede e fiducia in me, posso cogliere segni preziosi dalle cose normali della vita. E la sensazione di essere nel posto giusto... donando, perche' non ho altro da fare... e perche' non ho niente da perdere.
(PS: la donna nella foto e' Maria Kurreo Dokhe di Kargi, la mia "seconda" mamma, con la nostra nipotina, Asha, figlia di suo figlio Samuel)

Nessun commento:

Posta un commento