Aspettavamo giornate cosi’ da tre anni... Giornate uggiose, umide, fangose… ma soprattutto PIOVOSE! E’ una pioggia che rilassa gli animi questa che Dio sta elargendo sul Marsabit e sul Chalbi intero, che lava via la polvere che era ormai diventata insopportabile anche fisicamente, che fa germogliare i forti semi nascosti appena sotto la dura scorza del terreno e ricopre tutto di un verde brillante quasi incredibile. Giornate classiche autunnali di nebbia fitta si alternano a generosi momenti di sole, che quasi arrabbiato si affaccia a un cielo bluissimo tra qualche nuvola bianca come panna montata. Domenica scorsa andando a messa, dopo le due grandi giornate di pioggia di venerdi’ e sabato in cui siamo stati chiusi in casa (chi a casa e’ riuscito ad arrivarci, magari dopo peripezie acrobatiche su fango e strade trasformate in torrenti!), mi sono tornate alla mente alcuni versi che quel grande poeta del Pascoli aveva saputo sapientemente leggere nell’animo umano: “La quiete dopo la tempesta”. E’ allora che mi sono accorta che la tensione accumulata in questi mesi di siccita’ si era liquefatta, come se i muscoli dopo un grande sforzo fisico si fossero rilassati per ritornare alla loro forma di riposo. Come la domenica mattina della Pasqua di Risurrezione dopo il venerdi’ di morte. Rilassamento, quasi smarrimento davanti a tanta bellezza che non ricordavamo neanche potesse esistere. La gente si saluta di nuovo, anche se cammina con centimetri di fango sotto le scarpe e sta attenta a non scivolare su questa schiuma di sapone che e’ la terra vulcanica bagnata! I borana hanno addirittura un saluto speciale per le giornate di pioggia!
Dopo un forte temporale nel pomeriggio di oggi, che bello vedere i bimbi della scuola camminare per strada, con le loro scarpe in mano e i piedi nudi immersi nel fango o appoggiati sulla terra scivolosa! Certo hanno piu’ equilibrio di me che da scuola a casa invece di impiegarci il solito quarto d’ora, oggi ci ho messo il triplo. Ma anche loro ogni tanto scivolano su questo che sembra un campo da calcio saponato (come quello delle Caravelle) e si rialzano con destrezza tra le risate generali degli altri amici, riprendendo la corsa come se niente fosse accaduto. Tutti lasciano i loro impegni normali quando c’e’ la grande pioggia e gli alunni vengono lasciati andare a casa prima del suono della campanella: un ambiente che mi ricorda le nostre grandi nevicate in Piemonte! Catini sotto le grondaie (che comunque sono sempre bucate!) e riposo fino a quando cade l’ultima goccia di pioggia. Da quel momento in poi non c’e’ tempo per oziare: lenzuola, vestiti, materassi, coperte e tende vengono immersi nell’acqua per un sano lavaggio nella benedizione di Dio! Le capre, gli asini e le mucche sopravvissute hanno di che soddisfarsi con la tenera erbetta che copre e nasconde tutte le spazzature e le immondizie che il vento ha portato in giro nelle ultime settimane. Tutti i sensi riscoprono sensazioni nuove. Le nostre narici si rilassano, facendosi permeare dal nuovo profumo di terra bagnata e di vita appena nata. Le nostre orecchie ascoltano il cinguettio di uccelli variopinti che cantano festosi dai rami gia’ coperti di nuove verdissime foglie. E i nostri occhi si riposano sui fiori che coronano da un giorno all’altro i nostri cortili e sembrano convincersi di non essere in un sogno. Almeno per un po’ di mesi!
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