venerdì 10 aprile 2015

Festeggiare la fede


 


Un Giubileo… d’oro quello che la Diocesi di Marsabit ha festeggiato domenica 23 novembre 2014: 50 candeline da quando gli abitanti della zona hanno accolto il Vangelo e i suoi primi missionari nel loro cuore e nella loro terra. Per me e per la mia famiglia, oltre che per la comunita’ cristiana di Marsabit, e’ stato veramente un momento di gioia, che e’ iniziato gia’ il martedi’ antecedente. Per la prima volta ho avuto l’onore e il piacere di camminare nel Marsabit insieme a don Molino e don Giacomo Tibaldi, che sono stati i protagonisti dell’avventura degli inizi, soprattutto dell’Annuncio alle popolazioni nomadi della zona. Ho sperimentato un grande stupore, che si e’ convertito in meraviglia e gioia per essere presente dove sono, nei panni di una povera missionaria laica, che pero’ si inserisce in una storia di fede e di cambiamento radicale che e’ veramente incredibile. Meraviglia e gioia nel sentire ed essere parte del fermento della comunita’ cristiana che si e’ organizzata con canti e balli per accogliere i loro primi missionari e gli altri ospiti, partiti da Alba e giunti fin nel nord del Kenya: don Molino, don Giacomo, don Garabello, don Flavio, don Albertino, insieme a tanti amici, con cui avevamo gia’ condiviso Marsabit, e alla mia mamma (eh, la mamma e’ sempre la mamma!). Commozione nel vedere gli occhi di don Molino che scrutavano i tanti visi ancora familiari, seppur un po’ invecchiati, di chi un tempo era chierichetto, studente, catecumeno, adolescente o giovane uomo o donna che iniziava a pensare alla vita in modo diverso da quanto avevano fatto i genitori e i nonni. Ascoltare i canti in borana, composti allora dai missionari, prendendo spunto dai toni e della musica tradizionale e vedere le labbra di tutti muoversi insieme intonando lode a quel Dio che mai ci abbandona.

Riconoscenza e felicita’ sui volti dei tanti che, incontrandoci durante la settimana in cui siamo stati insieme, hanno salutato e ringraziato la diocesi di Alba per quanto aveva fatto e sta fancendo per e con loro. Una maestra, dopo aver rivisto don Tibaldi e don Molino, ha commentato: “Siamo come fratelli e sorelle con Alba, lei e’ la nostra mamma, a cui dobbiamo tantissimo. Se siamo qui adesso a festeggiare e’ grazie a voi di Alba. Quando la vostra diocesi festeggera’ il suo “anniversario” di fondazione, faremo una colletta per venire in Italia e ringraziare insieme Dio!”. L’ho ringraziata e intanto un sorriso mi e’ nato spontaneo sulle labbra… pensando tra me e me a come sarebbe importante anche per i nostri fedeli albesi, ogni tanto, ricordarsi delle proprie radici cristiane e ringraziare Dio. Perche’ essere cristiani non e’ come non esserlo!

Nessun commento:

Posta un commento