giovedì 4 giugno 2009

"Vita"... cioe' "guerra"

A volte in kiswahili, la lingua ufficiale del Kenya insieme all'inglese, si possono trovare parole che per noi italiani hanno un significato interessante. Una di queste e' VITA, che significa il suo esatto opposto, ossia GUERRA.
Qui a Marsbit non c'e' guerra, o almeno non come la intendiamo noi con carri armati, aerei ed esercito. Ma ci sono tanti contrasti e tanti conflitti che sfociano in violenza. Come ben dice Hillary, il responsabile dell'ufficio diocesano di Justice and Peace, il conflitto di per se' non e' ne' buono ne' cattivo, anzi puo' portare termini di confronto che aprono allo sviluppo... Ma quando l'unica soluzione che si trova al conflitto e' la violenza... iniziano i guai per tutti, perche' iniziano sofferenze, uccisioni, ruberie... E questo sta succedendo tra Gabbra e Borana...
Ma.. veramente in tutta l'Afrika, anche se noi "wazungu" e l'Europa in generale vive nel suo bel mondo dorato (insomma... anche questo prima o poi lascera' vedere le sue crepe), tante guerriglie stanno andando avanti da anni... Mi raccontava pochi giorni fa una "ragazza" che e' originaria dell'Uganda ma che ha lavorato nella Repubblica Centroafricana 7-8 anni fa. E' una sorella comboniana... e lei, con la sua comunita' di 5 suore, si sono trovate nel bel mezzo della rivoluzione che i ribelli hanno inscenato per ribaltare il Governo allora al potere. Mi raccontava con le lacrime agli occhi per quante notti, dopo questa terribile esperienza, ha urlato... Ogni giorno bande differenti di ribelli entravano in casa loro e portavano via qualcosa: sedie, tavoli, soldi, la macchina... fino a che non e' rimasto piu' niente e fino a che anche loro sono state obbligate a seguire i ribelli e sono state sequestrate per nove mesi in una capanna in un villaggio dove vivevano solo ribelli. Per fortuna, uno di loro, che da bimbo era stato chierichetto, le prese sotto la sua protezione e si prese cura di loro, portando loro latte e anche giornali.
Quando sono tornate a casa, l'hanno trovata completamente distrutta, mitragliata, senza porte e finestre. Una sola cosa era rimasta intatta: la cappellina. Non aveva toccato nemmeno un libro, nemmeno una candela.
E quante persone sono state uccise solo perche' si trovavano li' e in modi cosi' brutali...
Il suo urlo, quello che si e' ripetuto per tante notti, e' l'urlo di tutte le vittime dimenticate, di tutte quelle persone che nel loro cammino non hanno trovato Buoni protettori tra la marmaglia di guerriglieri arrivati li' solo per rubare e stuprare, di tutte le mamme che messo al mondo un bimbo frutto di una violenza, di tutte le persone che hanno paura ad andare al pozzo per prendere l'acqua perche' gia' tanti pastori sono stati assaliti... Di tutti coloro che credono nell'Amore ma quello che vivono e' una Violenza piu' grande di loro.

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